------------------- La storia della Fiat 130 ---------------------

Per tutto il corso degli anni 60, il modello di punta della gamma prodotto dalla casa automobilistica Fiat era stata la valida Fiat 2300 Lusso, vettura di cui è effigiata una bella foto pubblicitaria dell' epoca qui di seguito.

Una bella immagine pubblicitaria dell' americaneggiante Fiat 2300 Lusso

Data l'ormai evidente anzianità di progetto e concezione del modello prima menzionato, anche allo scopo di poter meglio rispondere alle mutate esigenze del mercato automobilistico dell'epoca, e per adeguare in qualche modo la produzione automobilistica della casa madre ai tempi che si stavano rapidamente evolvendo, i vertici della casa automobilistica FIAT decisero di mettere in cantiere la progettazione di un' imponente berlina, che, almeno nelle loro intenzioni, avrebbe dovuto essere in grado di diventare una temibile concorrente per le autovetture appartenenti al suo stesso segmento prodotte da case automobilistiche come la Jaguar, la BMW, e la Mercedes Benz.

E' fuori di ogni dubbio il fatto che tali case automobilistiche vantassero nell' agguerrito settore delle berline di prestigio una tradizione assai più lunga, solida e consolidata rispetto a quella della Fiat.

Qui di seguito sono raccolte alcune foto di modelli presenti sul mercato automobilistico che all' epoca dell' esordio della grossa ammiraglia made in Fiat occupavano la sua stessa fascia di mercato, ovviamente prodotti dalle case straniere summenzionate.

Un esemplare di Mercedes 280 SE, appartenente allo stesso segmento della Fiat 130

Un esemplare di Jaguar Xj6, appartenente allo stesso segmento della Fiat 130

Un esemplare di Bmw E3 2500, appartenente allo stesso segmento della Fiat 130

Nonostante i notevoli dubbi e le grosse perplessità espresse all'epoca ai vertici della casa automobilistica dall' ingegnere Dante Giacosa, (che si può senza alcun dubbio ritenere il "padre" della sfortunata berlinona), sull'opportunità di produrre un'automobile destinata al mercato d'elite, anziché al mercato di massa, da sempre prerogativa "storica" della FIAT, il progetto fu messo in cantiere.

L' ingegnere Dante Giacosa

Così Dante Giacosa si espresse ricordando il periodo durante il quale venne messa in gestazione la Fiat 130: "Se era indubbiamente vero che la 2300 stava invecchiando, soprattutto come carrozzeria e faceva desiderare un modello più moderno che fosse in grado di conquistare un più vasto settore di mercato internazionale, era altrettanto vero che “Al Centro stile, abbozzavano simulacri in gesso alla ricerca di una forma piacevole e funzionale con un abitacolo più ampio e confortevole di quello della 2300, e con un ingombro esterno poco superiore. Questo nuovo modello venne chiamato 130."

Durante la gestazione del modello gli ingegneri studiarono una meccanica raffinata, caratterizzata da particolari soluzioni tecniche, abbinata ad una carrozzeria lineare, tradizionale ed imponente, contraddistinta da un disegno decisamente classico, anche se non felicissimo, e che a causa della sua concezione originava un'ampia disponibilità di spazio interno, sia anteriormente che posteriormente, prerogativa questa tipica anche delle "tre volumi" prodotte all'epoca da molte case automobilistiche concorrenti.

-------------- I prototipi della Fiat 130 berlina --------------

Il centro stile Fiat allestì una serie di prototipi, alcuni simili alla sorpassata Fiat 1800/2300, e quindi contraddistinti da una linea tutto definibile, fuorchè rivoluzionaria...), alcuni invece simili alla Fiat  125 (in effetti appare palese la somiglianza della versione definitiva della grossa berlinona Fiat con il modello appartenente alla gamma media prodotto dalla stessa casa...).

Una foto che evidenzia la notevole somiglianza estetica della fiat 130 con la Fiat 125

Ecco ora un' interessante serie di foto relative alle maquette della Fiat 130, ove appaiono evidenti le influenze stilistiche mutuate da modelli come la Fiat 124 e la Fiat 125, influenze stilistiche che condizionarono  pesantemente a livello esteriore lo sviluppo finale del nuovo modello.

Cliccate sulle immagini, esse diverranno visibili nella loro dimensione originale...

maquette n° 1

maquette n° 2

maquette n° 3

maquette n° 4

maquette n° 5

Dopo svariati ripensamenti, la dirigenza optò per la messa in produzione della versione che riproponeva i moduli stilistici della Fiat 125, ed il risultato finale dell' operazione fu l' esordio sul mercato di un macchinone caratterizzato da una linea esteriore certamente imponente, molto americaneggiante, decisamente tradizionale e borghese, ma (aimè...) in definitiva già sorpassata stilisticamente, e comunque in generale non eccessivamente entusiasmante.

---------------- i prototipi della fiat 130 coupè --------------

Lo studio della linea esteriore della Fiat 130 coupè fu affidato dalla dirigenza Fiat, anzichè al centro stile interno all' azienda stessa, direttamente alla Pininfarina.

A differenza di quanto era accaduto per la berlina, Il risultato finale dell' operazione fu un' autovettura dotata di una linea moderna, essenziale, accattivante, tipicamente "Pininfarina", che in effetti non faticò a raccogliere rapidamente lodi e apprezzamenti da parte del pubblico automobilistico dell' epoca.

La carrozzeria della nuova coupè era poi dotata di alcune peculiarità stilistiche, che la rendevano sicuramente molto più moderna e innovativa rispetto a quella delle sue concorrenti dirette dell' epoca, come le coupè prodotte dalla casa automobilistiche Mercedes e BMW.

Qui di seguito sono raccolte due foto, comparse all' epoca su di un mensile automobilistico, scattate fortunosamente ad un prototipo della Fiat 130 coupè

Cliccate sulle immagini, esse diverranno visibili nella loro dimensione originale...

Foto del prototipo della Fiat 130 coupè

----------------- La meccanica della Fiat 130 -----------------

Dante Giacosa studiò un telaio contraddistinto dalla soluzione tecnica della sospensioni a quattro ruote indipendenti, mentre l'ingegnere Aurelio Lampredi (ex collaboratore della casa automobilistica Ferrari) mise a punto, riprogettandolo in parte, ma derivandolo tecnicamente dal propulsore avente una cilindrata di 2,4 litri che all'epoca equipaggiava le Dino Fiat, un motore caratterizzato dall'adozione dell'architettura tipica dei sei cilindri a V, avente una cubatura di 2866 cm³, ed erogante la potenza di circa 140 HP, al regime di 6000 giri/min.

Si trattava dunque di un valore non eccessivo, specie se lo si rapportava alla cilindrata del propulsore stesso, ed era quindi palese il fatto che fra le qualità del motore di certo non si poteva annoverare la  potenza massima che era in grado di sviluppare, anche se però In compenso tale propulsore era in grado di erogare una considerevole coppia motrice già ai bassi regimi, e ciò andava a vantaggio dell' elasticità di marcia.

Il quadro tecnico era poi completato dall'adozione della trazione posteriore, dall'utilizzo di 4 freni a disco, corredati di servofreno, e infine dalla presenza del cambio manuale a 5 marce, che veniva fornito quale alternativa al cambio automatico Borg-Warner a 3 rapporti, che veniva invece fornito in qualità di primo equipaggiamento.

Degno di nota il fatto che la Fiat 130 fu in assoluto la prima automobile italiana a essere venduta con il cambio automatico fornito come dotazione di serie, mentre il cambio manuale era disponibile solo su richiesta, come optional, all' incontrario di quanto accadeva solitamente nella produzione automobilistica italiana dell' epoca.

Dal un punto di vista prettamente stilistico la Fiat 130 berlina non incontrò mai completamente il favore del pubblico, e ciò già a partire dalla sua prima presentazione, avvenuta al Salone di Ginevra nel corso dell'anno 1969.

Come si è visto 'autovettura era caratterizzata dal possedere una linea esteriore nel complesso armonica ed equilibrata, ma piuttosto "carica", in quanto la stessa era appesantita da un notevole quantitativo di orpelli inutili, come ad esempio i grossi profili cromati che incorniciavano e attraversavano gli eccessivamente ampi gruppi ottici posteriori, o la monolitica e barocca calandra anteriore, caratterizzata da un disegno eccessivamente elaborato e complesso.

Sulla Fiat 130 2800 prima serie venne adottato un cruscotto contraddistinto dalla netta ispirazione americaneggiante, che stilisticamente ricordava molto da vicino quelli adottati sulle berline statunitensi prodotte nello stesso periodo da case quali la Pontiac e la Cadillac, mentre invece sulla Fiat 130 3200 seconda serie esso venne sostituito da una plancia caratterizzata da un disegno molto più classico, sicuramente molto più europeo nella sua concezione, e a detta di taluni anche molto più gradevole esteticamente rispetto a quello montato in precedenza.

Tale plancia era poi anche contraddistinta dall'adozione di finiture raffinate, in quanto veniva utilizzato legno pregiato laccato per guarnirla, mentre i lussuosi interni invece erano caratterizzati dall'utilizzo di moquette di qualità, adoperata per rivestire il pavimento dell'abitacolo, nonché dall' adozione di velluto o pelle pregiati, utilizzati per rivestire la selleria.

Essi erano poi anche riccamente equipaggiati da accessori quali il servosterzo e dall'aria condizionata, quest'ultima fornita su richiesta.

La versione coupé del modello fu poi equipaggiata con un optional particolare, in quanto i comandi dell'apertura e chiusura della porta del passeggero potevano essere controllati autonomamente dal conduttore dell'autovettura, tramite un comando posto nelle sue immediate vicinanze.