Una Fiat 130 berlina... molto particolare

Paradossalmente, un' autovettura come la Fiat 130, sia nella versione berlina, sia nella versione coupè, che durante il periodo della sua commercializzazione godette di una scarsissima popolarità, diventando per i vertici della casa madre, la Fiat, una vera e propria "spina nel fianco", o comunque un problema da risolvere in qualche modo, seguendo il destino di altri modelli che hanno condiviso la sua sorte, come per esempio la Lancia Gamma, ignorata dalla maggioranza degli esponenti del pubblico automobilistico, è diventata invece un vero e proprio oggetto di venerazione per una minoranza di sfegatati estimatori.

Va poi detto che uno dei rimproveri più frequentemente rivolti alla sfortunata super-berlina Fiat prodotta nel corso dei travagliati anni 70, riguardava le pecche che il suo propulsore dimostrava di possedere, quali la scarsa potenza erogata in rapporto alla cubatura di cui disponeva, ed i suoi consumi specifici, in assoluto troppo alti, ed in qualche caso superiori a quelli denunciati da propulsori di cubatura ben superiore, e più frazionati.

In effetti, ed in particolar modo nel ciclo urbano, la grossa berlinona made in Fiat difficilmente riusciva a percorrere più di 2,5/3 km con un litro di carburante, e la situazione diventava ancora più critica qualora si trattasse di esemplari dotati di cambio automatico. 

I simpatizzanti e i cultore di tale modello, perseguendo l' intento di ovviare a tali fisiologici difetti, in qualche caso si sono sbizzarriti sulla sfortunanta autovettura, proponendo allestimenti davvero particolari e insoliti.

Frequentemente poi alcuni esemplari della Fiat 130 coupè sono stati sottoposti a radicali e vistose elaborazioni, di carattere prettamente meccanico, volte al potenziamento del propulsore che la equipaggiava, allo scopo di aumentarne le non eccelse prestazioni originarie.

Esistono alcune Fiat 130 coupè elaborate, allestitte in particolar modo da preparatori tedeschi, il cui propulsore eroga potenze dell' ordine di 220/250CV.

Almeno in tali casi l' autovettura in questione è in grado di sviluppare prestazioni pienamente adeguate alla classe e al rango a cui appartiene.

Una fiat 130 coupè dotata di un motore pesantemente elaborato.

La stessa vettura ritratta in azione

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Diverso è il discorso relativo alla Fiat 130 berlina, dotata ovviamente sin dal suo apparire di una vocazione più borghese, e sottoposta ben più raramente ad elaborazioni così radicali e vistose.

Esiste tuttavia la cosiddetta "eccezione che conferma la regola", e riguarda quella che ha visto un esemplare di Fiat 130 berlina subire un vero e proprio rifacimento al livello meccanico, che se da un lato ne ha completamente stravolto l' architettura di base, dall' altro ha contribuito alla creazione di un esemplare davvero unico.

Il motore originale della suddetta autovettura, l' assetato e non eccessivamente potente V6 basato sul progetto originario di Aurelio Lampredi, è stato sostituito con un corposo e potente V8 di matrice Ford, previa l' effettuazione di approfonditi interventi a livello meccanico e strutturale.

Parimenti, i cerchioni originari sono stati sostituiti da altri di foggia molto più moderna, e adatti a montare pneumatici molto più larghi. ed anche le relative carreggiate hanno subito un notevole allargamento.

Qui di seguito sono raccolte alcune foto dell' esemplare in questione, definibile come una vera e propria "Muscle car" all' americana (ossia una vettura esteticamente moto simile alle versioni di normale produzione, ma caratterizzata dal possedere una motorizzazione molto più potente...), esaminando le quali appaiono molto evidenti gli approfonditi interventi effettuati.

Un' aggressiva vista frontale della Fiat 130 berlina "V8"

Ecco un' istantanea di una bella vista frontale di questa inedita Fiat 130 berlina V8, esaminando la quale appare evidente il fatto che la struttura della carrozzeria sia sostanzialmente analoga a quella della versione di partenza.

Ben diverso è il discorso per quanto riguarda la sezione dei pneumatici, molto più larghi di quelli montati in origine come primo equipaggiamento, e ovviamente adeguati a sfruttare le maggiori prestazioni erogate dall' autovettura, dovute al potente propulsore montato sulla scocca.

Una bella vista anteriore della fiat 130 berlina V8 a... cofano aperto !

Ecco un' istantanea di una bella vista anteriore (a... cofano aperto) di questa inedita Fiat 130 berlina V8, esaminando la quale appare evidente l' adozione di cerchioni particolari, di dimensioni molto maggiori rispetto agli originali, corredati ovviamente di pneumatici super ribassati, anch' essi ovviamente di dimensioni molto superiori a quelli adottati come equipaggiamento normale dell' autovettura.

Una' altra bella vista anteriore della fiat 130 berlina "V8"

Ecco un' altra bella vista anteriore dell' inedita Fiat 130 berlina V8, esaminando la quale appare evidente la totale analogia dei dettagli relativi alla scocca, rispetto alle versioni di normale produzione.

In effetti gli interventi alla quale è stata sottoposta l' autovettura sono stati molto approfonditi a livello meccanico, ma quasi nulli e inesistenti a livello estetico.

In questa istantanea è maggiormente apprezzabile, rispetto a quella precedente, la foggia dei particolari cerchioni, nonchè quella dei grossi pneumatici super-ribassati

Una bella immagine del vano motore della Fiat 130 berlina "V8"

Ecco ora una bella istantanea del propulsore "trapiantato"  nel vano motore della scocca di questa particolare Fiat 130 berlina V8.

In effetti tale operazione e stata resa possibile e facilitata dalle ampie dimensioni di quest' ultimo, notevoli già sin dalle origini del progetto.

I precedenti

Non va poi dimenticato che tra le possibili soluzioni prese in considerazione dai tecnici e dalla dirigenza Fiat dell' epoca, allo scopo di motorizzare la sua nuova super ammiraglia degli anni 70 vi era proprio quella che riguardava tale tipo di motorizzazione.

Tuttavia, la mancanza di un V8 di grossa cubatura nella gamma delle motorizzazioni prodottie dalla casa automobilistica torinese, spinse la dirigenza  a perseguire la strada della modifica e dell' adattamento di un propulsore già esistente, poichè sarebbe stato eccessivamente complicato e laborioso svilupparne uno ex-novo.

Inoltre va detto che circa un decennio prima, nel corso degli anni 60, si era parlato della messa in cantiere di un modello rivoluzionario, dotato di un grosso motore caratterizzato dall' architettura V8, e di cubatura "americana", che avrebbe essere utilizzato per motorizzare una grossa berlina, ispirata esteticamente alle 6 cilindri Fiat 1800/2100/2300, ma di dimensioni molto maggiori.

La Fiat 130 V8, esposta ad un raduno

Le altre Fiat 130 V8

Va detto per rigore di cronaca, che esistono comunque altre Fiat 130 berlina equipaggiate con unità motrici diverse da quella originale, e caratterizzate dall' avere, oltre che una maggior cubatura del propulsore, l' architettura V8, anzichè V6.

Questi esemplari appartenevano alle serie comprendenti le autovetture blindate, fatte allestire dalla casa madre stessa, per rispondere alla domanda del mercato, che, soprattutto a causa di quanto era accaduto all' Onorevole Aldo Moro ed alla sua scorta, richiedeva l' allestimento di autovetture molto particolari, caratterizzate dal possedere una blindatura che garantisse un livello di protezione molto elevato.

Il montaggio delle blindature però, comportava inevitabilmente un cospicuo aumento di peso, ed il propulsore montato in origine, già di per sè caratterizzato dal non essere in grado di erogare una potenza adeguata alla sua cubatura, diventava palesemente inadeguato, o comunque non più in grado di garantire prestazioni soddisfacenti all' autovettura gravata dal notevole peso delle blindature stesse.

La dirigenza Fiat risolse allora il problema, semplicemente aggiungendo due cilindri al propulsore originale, che diventò quindi un V8, anzichè un V6.

Anche a causa del diverso profilo deli alberi a camme che equipaggiavano tale propulsore, e del carburatore che lo equipaggiava, di dimensioni molto maggiori rispetto a quello originario, la potenza erogata subiva a seconda dei casi un incremento di 60/80CV in più rispetto a quella erogata dal propulsore normale.

Le autovetture in questione, pur gravate dal peso delle blindature, riuscivano a sviluppare prestazioni adeguate, addirittura superiori a quelle sviluppate dal modello normale, diventando così pienamente idonee all' impiego per il quale erano state concepite.

Ovviamente i consumi, già elevati sulle vetture equipaggiate con il propulsore normale, aumentavano ancora, diventando stratosferici, ma ciò non rappresentava un problema, vista la destinazione particolare di queste versioni della sfortunata berlinona made in Fiat degli anni 70.